lunedì 30 settembre 2019

Fragile cioè umani. Sintesi dell'incontro 2019


Nel decennale di Cristiani in Ricerca siamo tornati a Camaldoli per riflettere e confrontarci su una dimensione fondamentale della vita di ciascun uomo e donna e delle nostre intere comunità, cioè la fragilità. Siamo partiti da alcune domande per provare a leggere con occhi differenti questo tempo in cui viviamo: la fragilità, che è esperienza quotidiana per tutti noi, come può essere vissuta non come un limite per la realizzazione di un futuro migliore, ma come fondamento delle nostre scelte?  Come può esaudirsi pienamente il nostro desiderio di infinito all’interno in una cornice esistenziale segnata dalla fragilità? Dal 30 agosto al 1 settembre, assieme con FUCI e MEIC, abbiamo riflettuto grazie alla sapiente guida di alcuni relatori che hanno offerto molti spunti e alcune provocazioni.
La relazione centrale è stata curata da Luciano Manicardi, priore della Comunità monastica di Bose, che ci ha guidati verso una lettura positiva della fragilità, che è elemento costitutivo delle nostre vite e ne rivela la piena umanità. Fragile non è sinonimo di vulnerabile, che presuppone necessariamente un fattore di rottura esterno, e nemmeno di caduco, ogni cosa è destinata a finire, ma la fragilità ci ricorda che ciò può avvenire in ogni momento. Quest’ultima è quindi una condizione ineliminabile dell’esistenza umana, pervade ogni nostro momento di vita e riconoscerla è provare a leggere a fondo noi e chi ci sta accanto nella nostra totalità. Il riconoscimento della nostra e altrui fragilità ci fa riconoscere come simili e ci apre all’amore, alla relazione con l’altro, che ci provoca e ci chiede di prendercene cura; è un appello alla nostra responsabilità. Manicardi ci ha suggerito una sorta di nuovo stile con cui relazionarci con il prossimo; prenderci cura degli altri non può più essere solo un buon gesto, ma è l’unica scelta possibile per la piena realizzazione di ogni persona. Solo questa consapevolezza è generatrice di Bene e di nuove alleanze tra gli uomini e le donne. Manicardi, durante tutta la riflessione, ha ribadito che l’elogio della fragilità in sé è sterile, essa va vissuta come una grazia, una forza capace di creare legami, di mobilitare le persone e creare solidarietà tra di esse, Insomma, la fragilità è forza profetica. Non è possibile solo studiarla ed analizzarla, è una condizione che riguarda ciascuno di noi e la sfida attuale è riuscire ad incarnarla pienamente per agire seguendo percorsi nuovi e rivoluzionari.
Il secondo importante momento del fine settimana è stata la tavola rotonda in cui abbiamo  riflettuto sulla fragilità in quattro ambiti specifici dei tempi e luoghi in cui viviamo: relazioni, cultura, politica e vita ecclesiale. Negli interventi e nei successivi laboratori abbiamo ritrovato la struttura proposta da Manicardi nella sua riflessione. È necessario analizzare e studiare la realtà per comprenderne le fragilità, assumersene la responsabilità, nel senso profondo di cura, ed essere quindi generatori di novità. Ciascuno è chiamato ad impegnarsi nelle realtà che abita quotidianamente e ad essere portatore di nuovi percorsi da seguire partendo dalle fragilità che la pervadono. Il nostro agire dovrebbe essere rivolto alla costruzione del nuovo modello fondato sulla cura, che è alternativo a quello del dominio, oggi maggioritario, che rende la persona e la comunità ancora più fragile perché basato su logiche di controllo.
Laura Cortimiglia, psicoterapeuta esperta di disagio adolescenziale, ha messo al centro della sua riflessione l’importanza di essere consapevoli delle proprie emozioni. Queste mettono in luce le nostre fragilità e ci aiutano a comprendere come agire evitando di chiuderci e rifiutare il diverso per costruire una società inclusiva. 
Recuperare la dimensione della comunità è fondamentale secondo Andrea Dessardo, professore di Storia della Pedagogia all'Università Europea, per dare nuove forze ad una cultura che oggi sembra essere molto fragile. La parcellizzazione culturale rende difficile una lettura ampia e sistematica dei fenomeni che ci circondano, abbiamo bisogno di scoprire nuovi spazi di formazione e trasmissione di pensiero. Ci servono nuove comunità di riferimento fondate su valori comuni, ma aperte alle diversità. 
Tre sono invece le principali fragilità che Umberto Ronga, professore di Diritto Parlamentare all'Università Federico II di Napoli, ha messo in luce dell’attuale sistema politico. La trasformazione del sistema partitico, l’avvento dei populismi e le istanze di partecipazione diretta; tutte questioni che non possono più essere liquidate con superiorità o disinteresse, ma che ci interrogano profondamente sul tipo di stato, e quindi di comunità, che ci immaginiamo di essere nel prossimo futuro. 
Infine, Giacomo Ghedini, dottorando in Storia Contemporanea all'Università di Bologna, ha evidenziato alcune delle fragilità del rapporto tra giovani e Chiesa. Quest’ultima dovrebbe recuperare il suo spazio accanto ai giovani mettendosi maggiormente in ascolto della novità di cui sono portatori, rendendoli veramente protagonisti e partecipi della vita ecclesiale. Serve riscoprire una Chiesa credibile, dove ritrovarsi e da cui ripartire rigenerati dalla fede in Dio. 
Lasciarsi provocare dalla fragilità è quindi essenzialmente lasciarsi provocare dall’umanità che abita in noi, negli altri e nella società in cui viviamo. È riportare al centro l’essere umano nella sua pienezza, prendendosene cura e costruendo un nuovo paradigma che sappia innovare anche le scelte politiche e sociali dei nostri paesi. Aprendoci alla grazia della fragilità potremmo scoprire nuovi modi per essere comunità, perché ogni tempo ha le sue infinite potenzialità ed è nostro compito saperle cogliere e farle fruttare per realizzare, come scritto all’inizio, il desiderio di infinito che pervade la nostra esistenza.
“Lascio andare la mano/ che mi stringe la gola/ Lascio andare la fune/ che mi unisce alla riva/Il moschettone nella parete/ L'orgoglio e la sete [...] La testa torna al suo peso normale/ La salvezza non si controlla/ Vince chi molla” (Vince chi molla, Niccolò Fabi)


martedì 27 agosto 2019

Dieci anni di Cristiani in ricerca


Cristiani in Ricerca compie 10 anni!

Dal 2009 a questa parte, grazie alla generosa accoglienza del Monastero di Camaldoli e alla buona volontà di un piccolo gruppo di giovani che si rinnova nel tempo, questo appuntamento estivo continua a rappresentare una preziosa opportunità per quanti, trovandosi a varcare la soglia della vita adulta, desiderano incontrarsi, da diverse parti d’Italia e d’Europa, per riflettere su un tema rilevante per la Chiesa e per il Paese, in uno stile di ascolto dell’alterità, di condivisione e di ricerca, che li accomuna pur nelle diverse attività professionali, nelle diverse esperienze di vita e di fede.

Il modo più opportuno di restituire un po’ della gratitudine per questo piccolo, ma importante
traguardo ci è sembrato quello di rimettere in circolo alcune delle buone idee condivise in questi
anni, un piccolo “assaggio” delle passate edizioni.

In particolare, potrete riascoltare la riflessione di Stella Morra, del 2011, sui temi del credere e dell’appartenenza.
L’esperienza di fede e il tempo presente sono invece i due poli entro i quali si articola l’intervento di Giuliano Zanchi, del 2013.
Nel 2014, Roberto Mancini ci ha aiutati a riflettere sulla secolarità del Cristianesimo e sulla responsabilità dei laici.
Incontrerete poi la preziosa testimonianza di Agnese Moro, che nel 2016 ci ha consegnato il portato di un percorso condiviso tra vittime e colpevoli.
L’anno successivo, Franco Vaccari ci ha aiutati a riflettere sui temi del potere.
È, invece, dello scorso anno la relazione di Francesco Stoppa sui giovani e l’incontro tra le generazioni.

Per le registrazioni audio complete di ciascun incontro: www.edizionicamaldoli.it . Buon ascolto!

martedì 30 luglio 2019

Fragili cioè umani. Una cifra del nostro tempo
Monastero di Camaldoli 
30 Agosto-1° Settembre 2019




«L’uomo non è che una canna, la più debole della natura, ma una canna che pensa». Con queste toccanti parole, Blaise Pascal descriveva la paradossale natura dell’uomo, desiderio d’infinito che illumina un rimpasto di ferite. Tale prospettiva trova un’eco particolare nel nostro tempo, in cui ci troviamo a fronteggiare cambiamenti climatici e catastrofi naturali, ma anche abusi di potere, impersonalità dell’economia, sopravvento delle tecnologie, naufragio di aspettative professionali ed esistenziali...Eppure, lungi dal produrre uno sterile ripiegamento su se stessi, la consapevolezza della fragilità non potrebbe diventare una grazia dell’epoca che viviamo, consentendoci di assumere ciò che siamo in verità e di inaugurare piste inedite di condivisione? Di questo vorremmo parlare nella prossima edizione di Cristiani in Ricerca, esplorando il tema della fragilità nelle sue varie dimensioni, esistenziale, spirituale e sociale, e le sue declinazioni negli ambiti della vita politica, della cultura e dell’esperienza ecclesiale.

Venerdì 30 Agosto
Dalle 14.30 Accoglienza
18.30 Vespri e Celebrazione eucaristica
21.00 Lectio divina a cura di un monaco di Camaldoli

Sabato 31 Agosto

7.30 Lodi

9.30 Conferenza e dibattito: “Fragile è umano”
Luciano Manicardi, Priore della Comunità di Bose

15.00 Approfondimenti tematici
Fragilità e relazionia cura di Laura Cortimiglia, psicoterapeuta, Lodi
Fragilità e politicaa cura di Umberto Ronga, ricercatore in Diritto Costituzionale, Università di Napoli
Fragilità e cultura a cura di Andrea Dessardo, ricercatore in Storia della pedagogia, Università Europea - Roma
Fragilità e vita ecclesialea cura di Giacomo Ghedini, Dottorando in Storia, Università di Bologna

16.45 Laboratori

18.45 Primi vespri

Domenica 1° Settembre 
7.30 Lodi
9.00 Condivisione e dibattito
ore 11.30 Celebrazione eucaristica

Dopo pranzo: partenze

Adesioni
Le quote di partecipazione sono calcolate su due giorni completi, dato che gli arrivi sono previsti dalle ore 14.30 del venerdì e le partenze dopo il pranzo della domenica. La proposta del Convegno prevede la partecipazione a tutti i due giorni, per cui non è possibile accettare detrazioni per giorni di assenza o pasti non consumati.

Quote di partecipazione
Contributo per i due giorni (tutte le camere hanno il servizio interno):
€ 120,00 in camera singola
€ 80,00 in camera a più letti

Prenotazioni e informazioni
FORESTERIA del MONASTERO
52014 CAMALDOLI (AR)
Tel. 0575 556013 - Fax 0575 556001
foresteria@camaldoli.it